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                           Mentre un compensatore assiale rappresenta un'unità di compensazione   indipendente e completa, il giunto snodato è di per sé solamente un "elemento di   compensazione". I giunti angolari o cardanici rappresentano quindi degli   elementi componibili, mediante i quali si possono risolvere tutti i problemi di   compensazione con spinte praticamente trascurabili a qualsiasi pressione. Essi   si adattano alla compensazione sia di tortuosi collegamenti che di lunghe   condotte. Mediante l'impiego di due elementi a snodo cardanico "CS " ed uno angolare "RS ", si   ottiene addirittura un sistema snodato isostatico spaziale, atto ad assorbire   dilatazioni sui tre assi ortogonali. La loro funzione si basa sulle rotazioni   angolari dei soffietti, i cui valori ammissibili sono indicati nelle tabelle.
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          |  | In generale i giunti snodati vengono   installati con una predeformazione di montaggio in ragione del 50%. La   predeformazione non viene eseguita singolarmente per ogni giunto, bensì   all'intero sistema e solo dopo aver realizzato i rispettivi punti fissi. Per   temperature di esercizio oltre i 450° C la predeformazione deve essere eseguita   in ragione del 100%. Qualora si tratti di tubazioni che debbano funzionare a   temperature di esercizio superiori ai 100° C, basta eseguire la predeformazione   di montaggio in ragione del 50% della dilatazione totale, senza tener conto   della temperatura della tubazione al momento dell'installazione, come   rappresentato in figura. Quando invece si tratti di tubazioni destinate a   funzionare vicino alla temperatura ambiente o comunque a temperature inferiori   ai 100°C, in tal caso la temperatura del tubo al momento dell'installazione non   può più venire trascurata, perché la tubazione si trova parzialmente già   dilatata. In tal caso occorre correggere il valore di predeformazione in   proporzione alla quota già dilatata. Per eseguire la predeformazione è   consigliabile montare i compensatori in posizione di riposo, asportando poi un   segmento di tubazione pari al valore della predeformazione calcolato. Poiché la   resistenza propria dei compensatori a snodo è molto ridotta, la predeformazione   diventa di facile esecuzione. Come si vede, il compensatore a snodo descrive nel   suo movimento un arco, la cui altezza "h" dipende dal valore della compensazione   e dall'interasse dei giunti. Dall'entità dell'altezza d'arco, bisogna creare   opportuni giochi laterali nelle guide adiacenti i dilatatori, onde permettere il   libero spostamento della tubazione.
 
 
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          |  | A differenza di quanto avviene con i   compensatori assiali, con i giunti snodati a spinte scaricate il punto fisso   deve assorbire solamente la resistenza propria del compensatore che deriva dal   momento resistente dei soffietti e dagli attriti dei perni, e non la reazione   dovuta alla pressione di esercizio che viene assorbita completamente dai   tiranti. Nelle tubazioni di una certa lunghezza il relativo momento flettente   può essere trascurato perché esso, grazie all'elasticità del tubo, scompare   prima di arrivare al punto fisso. Il calcolo esatto delle spinte e dei momenti è   rimandato alle pagine seguenti. Qualora in casi speciali vengano installati   compensatori a snodo senza carpenteria in tubazioni in pressione, in tal caso le   guide devono essere eseguite come ancoraggi lateralmente mobili, perché esse   devono assorbire completamente le spinte che si generano lungo l'asse del   compensatore e i momenti che ne derivano. Le spinte sono date, come succede nei   compensatori assiali, dal prodotto della superficie efficace d'onda per la   pressione d'esercizio.
 
 
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          |  | Al contrario dei compensatori assiali, i giunti snodati generano sollecitazioni modeste sui sostegni delle tubazioni. Nei casi di brevi collegamenti tra macchine in centrale, le guide risultano persino inutili. Il peso degli intertubi tra i giunti va sostenuto in modo da non ostacolare i movimenti. Nelle lunghe tubazioni occorre installare guide assiali a monte del primo giunto ed a valle dell'ultimo. Tali guide devono permettere la libera dilatazione della tubazione. La distanza tra la guida e il primo giunto del sistema non deve essere maggiore di 2 volte il diametro nominale pi? mezza corsa. Nei sistemi snodati orizzontali il peso degli intertubi tra i giunti deve essere sostenuto mediante semplici appoggi di scorrimento a rullo (vedi Supporti). Nei sistemi verticali il peso degli intertubi pu? essere sorretto, se necessario, con contrappesi o sospensioni a molla che lascino liberi i movimenti.
 
 
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